
Aggiornato il 28.11.2023
La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632. Il mascherone rappresenta un volto maschile barbuto; occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il mascherone gode di fama antica e leggendaria: ad esso veniva attribuito il potere di pronunciare oracoli e verità, soprattutto ad uso dei mariti e delle mogli che dubitassero della fedeltà del coniuge. Sembra che la prova consistesse nel mettere a rischio la mano inserendola nella Bocca.
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Verità e Menzogna
§ (28.11.2023)
Orban la tocca piano:
<< in realtà vedo che un crescente numero di decisioni vengono prese dagli organi dell’UE invece che dai leader dei paesi membri. Il problema sta nel fatto che i burocrati non rappresentano il popolo. Governare è compito dei leader eletti democraticamente. Questo è compito nostro! >>
<< Molto spesso le persone sono indotte a credere che l’UE sia guidata dalla Commissione e dalla sua Presidente. Lei e le sue parole inducono a pensare che stia parlando un capo di governo dell’UE quando invece, in realtà, lei è soltanto un nostro funzionario, che abbiamo a libro paga e che ha soltanto il compito di dare esecuzione a quanto da noi deciso >>
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§ (07.11.2023) aggiornato il 28.11.2023
“ALL’ APPARIR DEL VERO TU, MISERA, CADESTI”
AL COSPETTO DELLA VERITA’, IL CREDO DI GREENSPAN NELL’ IDEOLOGIA NEOLIBERISTA CADDE COSI’ COME, ALL’ APPARIR DEL VERO, CADDE L’ UMANA SPERANZA IN LEOPARDI (A SILVIA)
Incalzato dalle domande di Henry Waxman, parlamentare democratico, Alan Greenspan, Presidente della banca centrale americana dal 1987 al 2006, confessa il fallimento del suo credo liberista in un’audizione al Congresso degli Stati Uniti il 23 ottobre 2008. Di seguito, viene riportato uno stralcio dell’audizione.
You had an ideology you had a belief . . . that free ccompetitive . . . and this year your statement . . . I do have an ideology . . . my judgment is that free competition markets . . . are by far the unrivaled way to organize economies . . . we have tried regulation none meaningfully work . . . that was your quote . . . you have the authority to prevent irresponsible lending practices . . . that led to subprime mortgage crisis . . . you were advised to do so by many others . . . and now our whole economy is paying its price . . . do you feel that your ideology push you to make decisions that you wish you had not made . . . well remember that what a knot ideology is . . . is a conceptual framework with the way people deal with reality . . . everyone has one . . . you have to to exist you need an ideology . . . the question is whether it is accurate or not . . . and what I’m saying to you is . . . yes I found a flaw . . . I don’t know how significant or permanent it is . . . but I’ve been very distressed by that fact . . . but if I may . . . I just finish an answer to the question previous you found a flaw . . . in the reality more in the model that I perceived . . . is the critical functioning structure . . . that defines how the world works so to speak . . . in other words you found that . . . your view of the world . . . your ideology . . . was not right . . . it was not what it had . . . it precisely no . . . I that’s precisely the reason I was shocked . . . because I have been going for 40 years or more . . . with very considerable evidence that it was working exceptionally well.
Waxman: Lei aveva un’ideologia; lei aveva un credo nella libera concorrenza; quest’anno lei ha affermato “Io ho un’ideologia. La mia opinione è che i mercati di libera concorrenza sono di gran lunga il modo migliore di organizzare le economie. Abbiamo sperimentato le regolamentazioni. Nessuna ha funzionato”. Questa è la sua idea.
Lei aveva l’autorità per prevenire prassi irresponsabili in materia di prestiti bancari, prassi che hanno portato alla crisi dei mutui subprime.
Le era stato richiesto di farlo da molte persone e, ora, l’intera economia sta pagando il prezzo.
Lei ritiene che la sua ideologia l’abbia portata ad assumere decisioni che lei vorrebbe non aver preso?
Greenspan: Bene, ricordiamo che cos’ è un costrutto ideologico. È uno schema concettuale attraverso il quale le persone si relazionano con la realtà.
Tutti ne hanno una; per esistere hai bisogno di un’ideologia; la domanda è se sia corretta o no.
E quello che le sto dicendo è: sì, ho trovato una fallacia, non so quanto sia consistente o definitiva, ma sono stato molto turbato da questo fatto.
Se posso completare la mia risposta alla domanda, in realtà nel modello che ho considerato ciò che non ha funzionato sta proprio alla base dell’ideologia che ha la pretesa di rappresentare come funziona il mondo, per così dire.
Waxman: In altre parole, è emerso che la sua visione del mondo, la sua ideologia non era giusta, non funzionava correttamente?
Greenspan: È così precisamente; è per questa ragione che sono rimasto turbato perché per 40 anni o più ho vissuto riscontrando piena evidenza che stesse funzionando eccezionalmente bene.
E’ interessante rilevare che quando Greenspan parla dei benefici del mercato e della libera concorrenza li riconduce ad una “ideologia” e non ad una “teoria” economica. E’, questa, l’indicazione più interessante della sua confessione. La prendo come una conferma di quanto ho indicato nel mio post sulla concorrenza: è vana la pretesa dell’approccio liberistico di proporre una scienza economica oggettiva che risponderebbe a leggi universali capaci di generare equilibrio economico e sociale attraverso le dinamiche del mercato e attraverso la capacità di quest’ultimo di auto-regolarsi. Un equilibrio che risolverebbe a priori e in modo oggettivo i conflitti sociali inerenti la distribuzione del valore aggiunto prevenendo la loro manifestazione. La politica e la mano pubblica ne stiano fuori; potrebbero soltanto alterare gli equilibri e finirebbero per contrastare la capacità del mercato e della concorrenza di attribuire al capitale e al lavoro la giusta remunerazione in relazione al loro apporto marginale alla produzione: a ciascuno il suo in ragione della rispettiva produttività marginale. Questa ideologia sostituisce il “politico” con l’ “economico” e si propone di imporre le regole del mercato come regole sociali. L’inclusione sociale si riduce all’inclusione nel mercato e la razionalità economica tende ad invadere ogni ambito della vita sociale.
L’apparir del vero mostra invece che il mercato non ha le capacità di auto-regolarsi e di tendere spontaneamente verso l’equilibrio se non disturbato da scelte politiche arbitrarie. La realtà evidenzia che il mercato è, intrinsicamente, generatore di crisi e di squilibri che non è in grado di superare senza il contributo della mano pubblica. E’ evidente che i conflitti sociali non possono essere regolati e risolti dalla concorrenza nel mercato. L’apparir del vero mostra quanto siano vuote, e lontane dalla realtà, e quanto siano ideologiche le costruzioni concettuali del pensiero economico oggi dominante, l’economia marginalistica. In realtà, economia e politica (e l’ideologia liberista che supporta quest’ultima) sono strettamente intrecciate e non possono essere separate. Non esiste un confine che separa l’ideologia politica dall’economia. Per inciso, è questo il tema di fondo di due bei libri di Francesco Saraceno, La scienza inutile. Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall’economia, (Luiss University Press, 2018) e di Alessandro Roncaglia, Il potere. Una prospettiva riformista, (Laterza 2023). Ho trovato molto interessante anche Gianpaolo Crepaldi, Liberare l’economia dalle ideologie. L’economia non è una scienza esatta; è una scienza sociale e, come scrive Saraceno, la pretesa di eliminare l’aggetivo “sociale” la trasforma in una scienza inutile.
L’impianto concettuale degli economisti classici (Smith, Ricardo, Marx) aveva per oggetto le relazioni tra le classi sociali e suffragava l’idea che le tensioni sociali fossero inevitabilmente inerenti ai processi economici. Ecco perché la teoria marginalista (alcuni la definiscono impropriamente neo-classica) abbandona il concetto di classe sociale e incentra l’analisi sul comportamento dei singoli individui mossi dal loro interesse personale. Il conflitto sociale è risolto a priori dal mercato (se lasciato libero di funzionare) e, in questo quadro concettuale, l’unico compito della politica è la produzione di un assetto istituzionale che garantisca, attraverso le riforme strutturali, il funzionamento del mercato e della concorrenza e consenta agli individui razionali di agire liberamente, di perseguire il proprio interesse e di generare l’allocazione delle risorse economiche nel migliore dei modi possibili.
In realtà, come dimostrato dalle crisi economiche e dal perdurare dei loro effetti, il mercato non è capace di raggiungere e di mantenere condizioni di equilibrio attraverso meccanismi di auto-regolazione; non è in grado di massimizzare le utilità individuali; non è in grado di contrastare posizioni monopolistiche; non è capace di prevenire le crisi economiche e le conseguenti durature recessioni ed è invece generatore di strutturali disuguaglianze sociali. Da qui la necessità di una mano pubblica che corregga gli errori del mercato.
Cosa risponde alle conclusioni di Greenspan l’economia dominante, quella che si insegna nelle università? Prendono atto gli economisti che la teoria marginalista non conduce ai risultati che essa stessa ipotizza? No, la risposta che viene data è che è sbagliata la realtà, sono sbagliati gli assetti istituzionali e sociali: c’è ancora troppo poco mercato e troppo poca concorrenza. C’è bisogno di riforme strutturali che avvicinino ulteriormente gli assetti economici e sociali alle indicazioni della teoria. Questo ragionamento alimenta la certezza di essere nel giusto e che non vi siano alternative. Ma se una teoria non può essere falsificata (in senso Popperiano), la possiamo considerare una teoria scientifica? o è una ideologia? Parliamo di scienza economica ma, dice bene Alan Greenspan, siamo nel campo dell’ideologia.
Ecco spiegato da una persona geniale come funziona il metodo scientifico (e quanto sia distante da esso il pensiero economico):
In una lezione reperibile qui (https://www.youtube.com/watch?v=W3DAGVjAkLg&t=1620s) Stefano Zamagni argomenta le conseguenze legate all’ambizione dell’economia ad assumere la veste di scienza: se l’economia vuole ambire allo statuto di scienza, seguendo il modello della fisica, allora va nella direzione di recidere ogni collegamento con l’etica. Di seguito riporto uno stralcio della lezione.
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§ (21.10.2023)
La verità “a senso unico” di Ursula Von Der Leyen.
Il Presidente della Commissione Europea ci richiama al dovere di denunciare i crimini di guerra definendoli con il loro vero nome.
” Gli attacchi contro infrastrutture civili, specialmente quelle che forniscono l’energia elettrica, sono crimini di guerra.
Privare uomini, donne e bambini di acqua, elettricità e di generi alimentari mentre ci avviamo verso l’inverno – queste sono azioni di reale terrorismo.
E noi abbiamo il dovere di chiamarle con il loro nome “
Lo ha detto qui: https://twitter.com/vonderleyen/status/1582630271287021570
oops . . . si riferiva alla Russia in Ucraina

Bruxelles 20 ottobre 2023:
850 funzionari dell’Unione Europea hanno sottoscritto una lettera (qui) al Presidente della Commissione disapprovando con fermezza il pieno e incondizionato sostegno ad Israele da parte di Von Der Leyen che ha affermato il suo diritto a difendersi senza formulare, nel contempo, alcun invito alla moderazione, alla salvaguardia dei civili, al rilascio degli ostaggi, alla possibilità per la popolazione di Gaza di accedere a cibo, acqua e medicinali in linea con il diritto umanitario internazionale.
Tre pagine intense in cui si condanna la doppiezza della Presidente della Commissione Europea che “considera il blocco di acqua e di carburante imposto dalla Russia al popolo ucraino un atto di terrore, mentre l’identico atto di Israele contro il popolo di Gaza viene completamente ignorato“. Contraddizioni che “fanno perdere credibilità all’UE sulla scena internazionale“.
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§ (06.05.2023)
“Se si continua così l’Europa va a ramengo. L’Europa sopravviverà perché c’è una burocrazia che la fa sopravvivere ma rimarremo in un lento declino dell’europeismo. Se qualcuno si dà una mossa, e questo è il momento per farlo, allora l’Europa ha intatte tutte le sue prospettive e i bisogni a cui può corrispondere. Basti pensare all’Italia: ha una situazione economica che da sola non è in grado di risolvere.
È un’Europa di eurocrati che servono ma di sicuro non bastano. Serve la politica che sappia ritrovare il senso comune dell’essere europei. Gli eurocrati per definizione attuano ciò che è stato deciso. Ma l’ultima volta che è stato deciso qualcosa sul piano politico, non mi ricordo neanche più quando è stato”.
Lo ha detto Giuliano Amato ai microfoni di Radio Uno.
https://www.adnkronos.com/ue-amato-se-si-continua-cosi-europa-va-a-ramengo_64v4Y4OQmhue6LlhQT1EbN
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§ (22.01.2023)
Carlo Cottarelli: “ma la favola della cicala e della formica viene ancora raccontata ai nostri bambini? Talvolta, sentendo i dibattiti dei talk show, mi sembra proprio di no. Dovrebbe esserlo“.
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§ (26.12.2022)
Mai mi sarei aspettato da Sergio Romano, ex ambasciatore d’Italia, la nuda verità sulle finalità della NATO in riferimento alla Russia. In un video dell’ISPI del 2018, ci spiega con parole semplici e molto efficaci che: “il capo di stato maggiore della NATO fa esattamente quello che fanno tutti i capi di stato maggiore. Preparano la prossima guerra. E per preparare la prossima guerra bisogna sapere con chi farla. […] Perchè dovremmo continuare a dire che la NATO è una organizzazione pacifica in cui si studia il mondo, si fanno studi. No, non mi sembra che si possa dire e mi sembra che sia ipocrita cercare di farlo credere. E io capisco le reazioni della Russia, perchè probabilmente se lo fossi avrei probabilmente le stesse reazioni“. Sono passati 4 anni, ma questo video è ancora molto attuale.
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§ (26.12.2022) Chi chiede <<più Europa>> pensa generalmente all’avanzamento lungo un percorso che porta verso l’Europa del sogno, gli Stati Uniti d’Europa. Pensa ad un’unione sempre più stretta, non solo nella dimensione economica, ma anche in quella politica in un contesto istituzionale nel quale si esprimano ai massimi livelli i principi della democrazia, della solidarietà, della giustizia sociale, dell’uguaglianza, della convergenza verso condizioni di più elevato benessere economico e sociale. Purtroppo, chi ragiona in questo modo non ha capito che l’integrazione europea, per come è stata realmente concepita, ha percorso fin dalle origini una strada diversa, una strada che porta verso una meta molto lontana dall’Europa sognata. C’è ben poco dell’Europa sognata nell’architettura istituzionale dell’Unione Europea. L’Unione Europea concepita dai Trattati non è l’Europa del sogno; il modello di riferimento è un altro: è l’economia sociale di mercato di matrice tedesca, un assetto economico e sociale che tende ad avvicinarsi sempre più alla concreta realizzazione dell’ideologia ordoliberale. Ogni passo avanti va in quella direzione: è questa la convergenza, non quella verso l’Europa dei sogni. Il sognatore che chiede più Europa evidentemente non è consapevole (o lo è fin troppo ?) che, in realtà, sta chiedendo più economia sociale di mercato; sta chiedendo convergenza verso la realizzazione di una società di stampo ordoliberale. E’ paradossale, ma chi auspica più Europa chiede, in realtà, di rendere più democratica e solidale un’istituzione che è stata strutturalmente concepita per contenere gli spazi della democrazia e della solidarietà, un’istituzione fondata sul mercato in contrapposizione allo Stato sociale. Un’istituzione che mira a minimizzare i compiti dello Stato, in particolare dello Stato sociale, al fine di creare un ordine sovranazionale fondato sul mercato e sulla concorrenza, uno Stato minimo <<che non sia una semplice alleanza, nè una completa unificazione>> (F. von Hayek), altro che Stati Uniti d’Europa!
La cronaca di questi giorni ne dà un esempio molto evidente. Che cos’è il drastico taglio del reddito di cittadinanza se non un’ulteriore convergenza verso le riforme del lavoro realizzate in Germania all’inizio del secolo ? Per le persone considerate “occupabili” il reddito di cittadinanza, ora, potrà durare solo sette mesi; quindi a luglio 2023 sarà tolto a 400 mila famiglie. Inoltre, i beneficiari saranno costretti ad accettare qualsiasi offerta di lavoro, anche non “congrua” e in qualsiasi zona d’Italia, altrimenti perderanno il sostegno anche prima della nuova scadenza naturale. E’ esattamente la convergenza verso la riforma Hartz IV in vigore in Germania dal 1 gennaio 2005. QUI un breve filmato di Presa Diretta (RAI 3) propone un inquadramento della riforma Hartz attraverso interviste agli interessati.
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Unione Europea, sovranità popolare e democrazia, per chi avesse ancora dei dubbi:
<< non ci può essere nessuna scelta democratica contro i Trattati europei >> (Jean-Claude Junker, Presidente della Commissiome europea); << le elezioni non cambiano niente ci sono delle regole >> (Wolfgang Schauble, ministro delle finanze tedesco); << sbagliato credere che un risultato elettorale possa cambiare la struttura dell’Unione Europea >> (Jeroen Dijsselbloem, Presidente dell’Eurogruppo); << i mercati insegneranno agli italiani a votare nella maniera giusta >> (Gunther Oettinger, Commissario UE); << non cambiamo la nostra politica in base alle elezioni >> Jyrki Katainen, vice presidente della Commissione europea, rivolto a Tsipras, conferenza stampa gennaio 2015.
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§ (01.12.2022)
La crisi dell’euro è stata riassunta, meglio di chiunque altro, da Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo e capo dell’Eurogruppo:
«Sappiamo tutti cosa bisogna fare. Solo che non sappiamo come farci rieleggere una volta che l’abbiamo fatto».
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§ (29.11.2022)
Il cemento che consolida le relazioni sociali di un popolo, o più popoli, che si danno un ordinamento comune per sviluppare il benessere condiviso, è la solidarietà. Se non c’è la solidarietà non ci può essere comunione di interessi, non ci può essere l’unione politica. Ci possono essere accordi economici che mettono in comune il mercato, che staliscono regole condivise. Ma, se l’unione si limita a questo, ognuno persegue il proprio interesse nell’ambito di relazioni animate da competizione e conflittualità e non da cooperazione . E’ questa l’Europa sognata dall’europeista convinto ?
Massimo Cacciari, in un solo minuto, spiega questa elementare verità.
§ (19.11.2022)
… i padri fondatori … l’Europa Unita per la pace ? … o, invece, l’Europa Unita come progetto politico e militare americano antisovietico ?
“Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica da saper fare al momento buono“. (Altiero Spinelli, Diario europeo 1948-1969, Il Mulino, Bologna, 1989, p. 175). Altiero Spinelli è co-autore del Manifesto di Ventotene.
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Lui, Ernesto Rossi, co-autore del Manifesto di Ventotene con Spinelli e Colorni, , lo aveva capito 67 anni fa
“Mi pare che la Federazione europea sia ormai… un’idea generosa, ma fuori di ogni possibilità concreta di realizzazione. Ho sprecato troppo del mio tempo nel Movimento Federalista Europeo senza costrutto, e le parole d’ordine europeiste servono a involtare merce sempre più avariata.”
Da una lettera di Ernesto Rossi, coautore del Manifesto di Ventotene, a Einaudi del 22 maggio *1955* (in Faucci, Luigi Einaudi, UTET, Torino, 1986, pag. 394).
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§ (19.11.2022)
Che idea dell’UE può avere un cittadino greco quando vede che da Bruxelles partono miliardi di aiuti all’Ucraina ? Di fronte al disastro sociale conseguente alla crisi del 2011, l’UE impose lacrime e sangue al popolo greco, una vera e propria macelleria sociale che colpì quelli che, a tutti gli effetti, erano cittadini europei e non penalizzò, come sarebbe stato equo, coloro che avevano dirette responsabilità nell’aver causato la crisi. E sarebbe bastato molto meno rispetto agli aiuti, più che doverosi, elargiti al popolo ucraino. E’ come se la risposta del governo italiano all’emergenza causata da un terremoto in una regione italiana fosse l’invito ad arrangiarsi e a tirare la cinghia mentre lo stesso governo stanzia risorse ingenti per soccorrere Paesi stranieri in difficoltà.
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§ (07.11.2022)
Questo giornalista della RAI mette in evidenza una verità: la sua totale ignoranza sull’argomento. Dimostra di essere al livello zero della conoscenza dei problemi dell’Eurozona. Al livello zero si ignora completamente la dimensione della complessità: tutto è semplice, quasi banale: “l’euro ce l’ha anche la Germania, è la stessa moneta che abbiamo anche noi, ma la Germania è ricca, ergo non può essere l’euro la spiegazione dei nostri guai“. Al livello zero non c’è spazio per il dubbio, ci sono solo certezze. Soprattutto la certezza di essere dalla parte giusta, certezza che autorizza atteggiamenti di tracotanza e di malcelato livore nei confronti di coloro che pongono la questione in termini problematici e quindi stanno dalla parte sbagliata.
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§ (14.10.2022)
Professor Michele Geraci (qui)
- è molto più facile convincere la gente di una bugia che convincerla che quella era una bugia;
- ma come è possibile che nel nostro paese, culla di scienze, invenzioni, tecnologia, il dubitare, farsi domande, farle ad altri e non credere a tutto quel che si ascolta è diventato quasi sinonimo di sovversivo, o addirittura fascista?
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§ (04.10.2022)
… PNRR … la pioggia di miliardi … che l’Europa ci regala … la solidarietà dei nostri partner europei … le menzogne … e la nuda verità …
il Ministro Franco (qui il video): << Nessun euro è regalato >>. Dovremo restituire ogni euro dopo averli spesi secondo le destinazioni e nei tempi che ci sono stati imposti. Forse per questo altri Paesi hanno preferito rinunciare (in tutto o in parte) alla quota a debito e, piuttosto, debito per debito, hanno fatto ricorso direttamente al mercato per essere liberi di spendere come e quando ritengono più opportuno. Tra i 27 Paesi dell’UE, soltanto 6 Stati membri hanno chiesto di accedere, in tutto o in parte, alla quota a debito oltre la quota così detta di sussidi. Così detta, perchè anche questa quota dovrà essere restituita a carico dei contribuenti italiani, come ha precisato il Ministro Franco.
Giuseppe Liturri (qui) fa il punto sul Next Generation EU al 4 ottobre 2022. Dei 724 miliardi del RRF (il cuore del NGEU) sono stati richiesti dagli Stati membri soltanto 504 miliardi: 338 di sussidi e 166 di prestiti; questi ultimi sono stati richiesti in massima parte (il 74%) dall’Italia che, oltre ai 68,9 di sussidi, ha richiesto di accedere anche all’intera quota a debito (122,6 miliardi) per un totale di 191,5 miliardi. Complessivamente, sono rimasti stanziati dall’UE ma non richiesti dagli Stati membri circa 200 miliardi di prestiti. Ma ciò che conta e che genera la crescita sono i pagamenti non i fondi impegnati dall’UE e richiesti dagli Stati. E su questo fronte ci si ferma a 113 miliardi. A due anni e mezzo dal lockdown pandemico, solo l’inezia di 113 su 724 miliardi sono arrivati nelle casse degli Stati membri. Lo 0,8% del PIL della UE. Altra cosa è poi l’effettiva capacità di spesa da parte degli Stati (bandi, apertura dei cantieri, inizio dei lavori). Per quanto riguarda l’Italia, dei 191,5 miliardi assegnati soltanto circa 21 saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno, come certificato dall’Osservatorio sul Recovery Plan dell’Università Tor Vergata (qui).
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§ (04.10.2022)
<< Esistono due modi per riportare il rapporto debito/PIL ad un livello più ragionevole: ridurre il numeratore attraverso l’austerità o aumentare il denominatore attraverso gli investimenti. Una decade fa l’UE ha seguito la prima strada durante la crisi della zona euro e si è rivelata un enorme fallimento. Gli Stati Uniti hanno preso quest’ultima strada dopo la seconda guerra mondiale e si è rivelata un grande successo […] L’UE correrebbe un rischio enorme se tornasse alle vecchie regole >>.
“Un enorme fallimento“. Come spesso accade, la sorpresa riguarda la fonte di questa semplice e nuda verità. Questa dura sentenza non è stata pronunciata dai soliti sovranisti, nazionalisti, anti-europeisti. E’ scritta in un documento (qui) del Servizio del Bilancio del Senato. Dopo venti anni di regole assurde e dopo dieci anni di austerità che hanno messo in ginocchio l’economia del nostro Paese, anche in Senato hanno finalmente capito quanto altri avevano indicato venti anni fa. Meglio tardi che mai. Ma quanti europeisti convinti (meglio mai che tardi) non cederebbero mai, neanche di fronte all’evidenza, ad una valutazione critica in tema di regole e politiche dell’Unione Europea.
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§ (02.10.2022)
<< Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico >>. Dal messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Parlamento nel giorno del giuramento il 3 febbraio 2022 (qui).
E’ una semplice nuda verità. Ma, se pensiamo che queste parole sono state dette dal Custode della Costituzione, allora pesano come pietre e non possiamo non domandarci che fine abbiano fatto la sovranità dello Stato e la sovranità nello Stato (sovranità popolare) , parole chiave negli scritti di Alessandro Somma (vedi qui)
Non è accaduto per caso. Quanto indicato da una fonte così autorevole, il Presidente della Repubblica, è in realtà un preciso obbiettivo dell’ideologia neoliberale: liberare le dinamiche dei mercati dall’influenza distorsiva degli Stati e della politica. Lo stesso Mattarella lo aveva denunciato molti, molti anni fa (7 febbrario 1989) in una intervista alla Repubblica (qui)
<< In tutto l’Occidente è in corso un processo per cui i veri centri di decisione rischiano di trasferirsi fuori dalla politica. Guardi che la mia non è una difesa interessata del mestiere di politico. Esiste davvero il pericolo che la politica diventi una sovrastruttura che galleggia su altri centri di potere né palesi né responsabili. La politica, invece, dev’ essere un punto alto di mediazione nell’interesse generale. Se la politica non è in grado d’esser questo, le istituzioni saltano e prevale chi ha più forza economica o più forza di pressione, che è poi lo stesso. […] C’è infine – conclude Mattarella – lo sforzo per recuperare il senso dello Stato. Non mi faccia dire di più. Il confine fra attività pubblica e interessi privati va ristabilito in modo rigido. Anche su questo il mio partito deve impegnarsi al congresso. E’ il presupposto da cui discende un altro livello di problemi: come ridare efficienza alla pubblica amministrazione, in quale modo realizzare di nuovo lo Stato sociale in condizioni tanto cambiate.>>.
“Realizzare di nuovo lo Stato sociale“: c’era già, nel 1989, la piena consapevolezza della deriva che ci stava allontanando dallo Stato sociale per approdare allo Stato neoliberale.
E’ bellissima l’immagine che Matarella ci propone in merito al ruolo che l’ideologia neoliberale ha ritagliato per la politica: una sovrastruttura che galleggia su altri centri di potere né palesi, né responsabili.
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§ (01.10.2022)
A testimonianza di quanto ho scritto (qui) a proposito delle mitizzazioni e delle agiografie di Mario Draghi, finalmente una semplice verità dichiarata da un autorevole editorialista ex dirigente di Banca d’Italia che fu anche Segretario Particolare del Governatore Antonio Fazio (da il Fatto Quotidiano del 26.01.2022, Angelo De Mattia, Il contesto in cui il Santo “salvò l’euro” nel 2012):
<<… si sono profuse molte parole per un’agiografia dello straordinario sangue freddo di Mario Draghi, grande giocatore (figurato) di poker, impassibile. E a dimostrazione di ciò viene ricordata la famosa dichiarazione “whatever it takes” del 26 luglio 2012, volta a evitare la disintegrazione dell’euro. Non metto in dubbio la competenza e le capacità di Draghi; ma una buona volta si vuole ricordare che quella frase veniva dopo che il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo aveva espresso, non molto tempo prima, la propria posizione favorevole all’acquisto sul mercato secondario di titoli pubblici da parte della BCE? […] chi allora si sarebbe potuto opporre alle dichiarazioni di Draghi? Gli operatori? Ma essi conoscevano e conoscono bene l’antica “regola” secondo la quale è assolutamente sconsigliabile “mettersi contro” una Banca centrale>>.
Insomma, Draghi ha salvato l’euro da se stesso, dalla fragile architettura che lo sorregge, e non ha sfidato in combattimento nessun nemico determinato a disintegrarlo: ha avviato una nuova fase della politica monetaria – al limite della violazione dello statuto della BCE – avendo avuto, preventivamente, l’avallo del Consiglio europeo e non avendo alcun motivo di temere un braccio di ferro con gli operatori del mercato dei titoli pubblici.
Da allora, la BCE è intervenuta nei mercati di titoli di Stato e lo ha fatto spingendosi al limite delle norme che disciplinano il suo operato. Anzi, secondo la Corte Costituzionale tedesca è andata oltre i limiti (ultra vires nel suo lessico forbito). A ben vedere, ha fatto niente di più di quanto fanno tutte le banche centrali del mondo. Ergo: la BCE ha risolto un problema creato dal suo stesso esistere, per come è stata concepita dai Trattati e dal suo statuto.
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§ (11.09.22)
Anche l’Unione Europea a volte, per non rischiare la mano nella Bocca della Verità, si lascia sfuggire la verità. In un documento della Commissione Europea ( Rapporto annuale su occupazione e sviluppi sociali del 21 gennaio 2014) si legge:
<<Venuta meno la possibilità di svalutare la moneta, i paesi della zona euro che tentano di recuperare competitività sul versante dei costi devono ricorrere alla “svalutazione interna” (contenimento dei prezzi e dei salari). Questa politica presenta però limiti e risvolti negativi, non da ultimo in termini di aumento della disoccupazione e del disagio sociale>>.
E’ una ovvietà: il regime di cambi fissi è un potente dispositivo di disciplina del costo del lavoro inteso, nella logica liberista, come prezzo di una merce al pari tutte le altre merci, con buona pace del principio lavoristico sul quale è fondata la nostra Costituzione. Un dispositivo che mira a spoliticizzare il conflitto distributivo tra capitale e lavoro riconducendolo esclusivamente a dinamiche di mercato. Funziona così: vuoi che i tuoi prodotti siano comprati dagli altri paesi ? Devi contenere i prezzi limitando il costo del lavoro.
E’ una ovvietà, ma è sorprendente che venga detto in modo così esplicito. Il problema viene peraltro derubricato a mero risvolto negativo considerando che, in questo modo, si genera aumento della disoccupazione e del disagio sociale. Purtroppo; anzi purtroppissimo per chi paga il conto. Dietro un prezzo basso c’è un salario basso, ma dietro a salari bassi ci sono enormi problemi, non tanto quelli sociali (questi non sono niente più che un risvolto negativo!), ma problemi in merito al funzionamento del capitalismo e alla sua stabilità: ogni singolo imprenditore vorrebbe contenere il costo del lavoro ma, se lo fanno tutti gli imprenditori, si riduce la quota salari sul reddito nazionale e si riduce la capacità d’acquisto dei lavoratori. A questo punto, i prezzi dei prodotti sono diventati competitivi, ma chi li compra?
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§ (01.06.22)
Succede, a volte, che si dica implicitamente la verità volendo affermare il contrario:
scrive Luigi Marattin@marattin:
<<A sinistra la foto che tutti mostrano: i salari in Italia sono praticamente fermi da 30 anni. A destra quella che in pochi mostrano: la produttività del lavoro nello stesso periodo. Persino più del peso fiscale, eccola la ragione per cui i salari non crescono>>.


E’ vero, come fa notare Marattin, che la produttività del lavoro si è appiattita in Italia a partire dal 2000. Ne deduce Marattin che questo giustificherebbe quanto evidenziato nel primo grafico che non richiede spiegazioni. In altre parole, i salari in Europa sono cresciuti ovunque perché ovunque è aumentata la produttività del lavoro, diversamente da quanto si è verificato in Italia. Non possiamo certo confrontarci con i paesi della parte alta della classifica che, usciti dal sistema sovietico, hanno raddoppiato o triplicato il prodotto interno. Se guardiamo alla Germania e alla Francia (+30% circa), il divario nella crescita degli stipendi è comunque notevole.
Senza entrare nel merito delle cause (e ci sarebbe tanto da dire !), e trascurando per semplicità la diversità dei periodi temporali considerati, in realtà i due grafici ci dicono che – seguendo la condizione di equilibrio indicata da Marattin – i salari italiani oggi dovrebbero essere più alti almeno del 15% (12 punti di produttività più 3 punti percentuali di riduzione degli stipendi). Non sarebbe poco.
La verità nuda e semplice:
<< Cosa dico agli imprenditori che si lamentano perché non trovano lavoratori ? Pagateli di più >>.
“Pay them more“. Pagateli di più.
Joe Biden ha risposto così, con tre semplici parole (qui). Smontando tutta la retorica sui giovani e sui lavoratori scansafatiche. Che è solo retorica, appunto. Negli Stati Uniti come in Italia.
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§ (28.06.21)
Queste dichiarazioni di Mario Monti rimangono il top dei top, ecco le sue verità (penso con preoccupazione alla sua povera mano se l’avesse infilata nella Bocca della Verità) :
. . . la Germania ha fatto il grande sacrificio di rinunciare al Marco . . . (sic !)
. . . i vincoli dell’€ hanno costretto la Grecia a dare peso alla cultura della stabilità . . . (sic !)
. . . stiamo assistendo – e non è un paradosso – al successo dell’euro e la Grecia è la manifestazione del più grande successo dell’euro . . . (sic !)
Mi astengo da ogni commento sulla macelleria sociale imposta alla Grecia, altro che cultura della stabilità.
Sul grande sacrificio della Germania: mi limito ad osservare che soltanto chi non vuole vedere la realtà può pensare che la sostituzione del Marco con l’euro sia stato un sacrificio per la Germania, il Paese che ha tratto il maggiore vantaggio dalla moneta unica. Riporto la testimonianza di due esponenti della politica tedesca:
Schulz: “nessun paese trae maggior profitto dall’Unione Europea della Repubblica Federale della Germania; nessun Paese ha un vantaggio maggiore dall’euro e dal mercato unico che la Germania“
Ska Keller: “se la Germania lasciasse l’euro ne avrebbe enormi svantaggi” (NB: questa dichiarazione è stata cancellata dal video disponibile sul sito di Ballarò, ma il web ha una memoria di ferro e non perdona!). Franziska “Ska” Keller è parlamentare europea tedesca dal 2009 e candidata dei Verdi alla presidenza della commissione europea nel 2014 e nel 2019.
Theo Waigel, ex ministro delle finanze:

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§ (25.06.21)
Alessandro Barbero: l’Unione Europea è un’istituzione realmente democratica?
Parole semplici e chiare, verità profonde:
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§ (24.06.21)
… quando esponenti politici e sindacali tedeschi dissero la verità al professor Emiliano Brancaccio
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§ (24.06.21)
… quelli che l’euro è irreversibile: in realtà l’euro è come l’amore “è eterno finché dura”
Anche Ignazio Visco ha messo la mano nella Bocca della Verità: “una moneta senza Stato può durare fino a un certo momento ma poi c’è bisogno di uno Stato e di un’unione di bilancio“
- poiché quanto auspicato da Visco non sta scritto in nessun trattato (anzi nei trattati sta scritto che ogni passo in quella direzione è vietato),
- poiché non esiste nessun accordo per una futura modifica dei trattati nel senso auspicato,
- poiché non è all’orizzonte alcuna volontà politica di procedere verso uno Stato federale,
ergo, chi parla di irreversibilità esprime niente più che un proprio auspicio privo di concreto fondamento.

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§ (04.04.2021)
Federico Fubini, non certo un severo fustigatore delle disfunzionalità dell’eurozona: “Negli Stati Uniti l’amministrazione di Joe Biden sta lanciando l’azione contro la disuguaglianza più decisa dell’ultimo mezzo secolo. In Europa oggi si preferisce fingere di credere che il Recovery sia la sola risposta possibile e sufficiente. E in Italia i partiti, anche di sinistra, parlano quasi solo di se stessi. Anche culturalmente siamo indietro“.

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§ Massimo Garavaglia svela la minaccia della BCE di non acquistare titoli di Stato italiani se …
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§ Sorprendente dichiarazione del Ministro Andrea Orlando (… davanti alla Bocca della Verità molti dicono come stanno veramente le cose ! )
Andrea Orlando confessa: governo sotto ricatto BCE sul pareggio di bilancio.
Il Ministro racconta che il pareggio di bilancio fu inserito in Costituzione sotto la pressione della BCE che, altrimenti, si sarebbe rifiutata di acquistare titoli del debito pubblico: https://youtu.be/KUfKB_Bastg
Il video non è più disponibile su youtube perchè il sito di Byoblu è stato oscurato: hanno tappato la bocca alla BOCCA DELLA VERITA’
leggi qui e sostieni l’informazione libera: https://www.byoblu.com/2021/03/30/una-sfida-per-tutti/
qui il video è rimasto: vedi dal minuto 1:09:31 al minuto 1:11:33 https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/03/versiliana-2016-perche-si-perche-no-rivedi-il-dibattito-con-orlando-e-zagrebelsky/3011117/?pl_id=62743&pl_type=category
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§ Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia: 366 pagine per spiegare perché l’euro non funziona

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§ Romano Prodi spiega l’impatto sociale dell’austerity

http://www.repubblica.it/politica/2016/06/22/news/prodi_messaggio_al_governo_due_anni_bastano_per_logorarsi_necessario_cambiare_politiche_-142541909/
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§ Confessio est regina probationum: <<la faustiana pretesa dell’euro>>.

Giuliano Amato, incredibilmente, afferma che l’Unione Europea, con la moneta comune, ha creato un sistema disfunzionale e lo ha fatto nonostante le indicazioni contrarie di molti economisti ed, ora, anche lui deve ammettere che le analisi critiche erano fondate e i fatti lo dimostrano
… “era davvero difficile che funzionasse e ne abbiamo visto tutti i problemi”
Il video è uno stralcio della lezione di Amato tenuta il 6 maggio 2012 nel programma RAI “Lezioni dalla crisi. Il video dell’intera puntata è disponibile qui https://youtu.be/OmTpu1St7oc
Dalla parte iniziale della lezione, non compresa nella sintesi sopra riportata, richiamo queste significative parole:<< […] noi abbiamo fatto una moneta senza Stato. Noi abbiamo avuto la faustiana pretesa di riuscire a gestire una moneta, senza metterla sotto l’ombrello di un potere caratterizzato da quei mezzi e da quei modi che sono propri dello Stato e che avevano sempre fatto ritenere che fossero le ragioni della forza e della credibilità che ciascuna moneta ha.
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§ Mario Monti, Senatore a vita, che ha prestato giuramento sulla Costituzione della Repubblica Italiana, ci spiega che è opportuno portare le decisioni di governo dell’economia AL RIPARO DAL PROCESSO ELETTORALE. Apprezziamo la sua sincerità, un po’ meno il disprezzo per la sovranità popolare. Pieno apprezzamento, invece, da parte della Hayek Foundation.

4 Comments
Martino Bonardi
Aprile 3, , 1:35 pmCaro professore,
proprio su stimolo del corso a cui partecipai alla LUSC ho incominciato a informarmi scovando a mia volta molte interessanti confessioni. In particolare una di Romano Prodi contenuta in questa intervista radiofonica in cui spiega chi comanda in Europa . Ascolti al minuto 12. Vedrà che è eccezionale https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/24mattino-morgana-e-merlino/puntata/trasmissione-dicembre-2018-090339-gSLAgbC8vC
Eugenio Pavarani
Aprile 4, , 7:17 pmL’Unione non è una squadra che compete con altre squadre di altri continenti. E’ un campo da gioco in cui si svolge la competizione tra squadre nazionali europee. Non esiste un interesse europeo di ordine superiore rispetto agli interessi nazionali. Ogni paese si batte per i propri interessi in gare in cui vince il più forte, o la coalizione più forte. Il Parlamento e la Commissione, organi che dovrebbero esprimere l’interesse europeo hanno campi d’azione limitati e nei processi decisionali hanno peso modesto rispetto al Consiglio, luogo di scontro tra i leader nazionali. Le parole chiave non sono cooperazione e solidarietà, come molti vorrebbero, ma concorrenza e competizione. Ci sono vincitori e ci sono perdenti, non solo tra Stati, ma anche e soprattutto tra classi sociali e tra capitale e lavoro. Le regole del gioco sono quelle del mercato che premia e penalizza. La politica e la democrazia sono nemiche del mercato e vengono fortemente depotenziate. Tutto questo è quanto di più lontano si possa immaginare rispetto al progetto di società prefigurato nella nostra Costituzione. Lo riconosce ormai anche Prodi.
odossy
Maggio 7, , 7:01 pmI think, that you are not right. I am assured. Let’s discuss it.
Eugenio Pavarani
Maggio 9, , 6:04 pmOK, parliamone